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QUANDO CADONO LE STELLE

La Compagnia dei Folli rende omaggio alle menti libere, agli animi intrepidi, alla sete di conoscenza, raccontando, attraverso diversi linguaggi artistici che si snodano su tre diversi livelli visivi, il pensiero di un visionario.
Lo spettacolo conduce il pubblico in un susseguirsi di immagini di grande impatto scenico.
Le intuizioni, le deduzioni a volte fantasiose dello scienziato, prendono forma attraverso coinvolgenti coreografie corali e strabilianti acrobazie aree: ammireremo la bellezza dei cieli e degli astri con il naso in su come da bimbi nelle notti di San Lorenzo.
Le proiezioni in movimento e le macchine scenografiche regalano attimi di elevata poesia e di grande bellezza, risvegliando l’immaginazione ormai sopita.
Le scene, scandite da alcuni brevi brani recitati dal vivo e ripresi da “L’Acerba”, rivelano il fascino di una mente acuta, caparbiamente convinta che la perenne ricerca della verità rende liberi.
La storia dell’uomo ci racconta di periodi illuminati o oscuri in cui le aspirazioni degli scienziati hanno avuto altalenanti e contrapposti destini.
Negli anni bui dell’Inquisizione, tacciati di negromanzia o eresia, molti studiosi perirono sul rogo rifiutandosi di rinnegare le loro idee ed abdicare in nome della fede.
“Quando cadono le stelle” racconta il destino di un medico, scienziato, professore universitario, astrologo ed astronomo ma anche di un fine poeta, condannato per eresia a bruciare vivo a Firenze per mano della Santa Inquisizione.
La scena finale, potente e forte, racconta si il triste epilogo di una vita ma anche l’inizio della sua eternità: l’uomo diventa eroe, simbolo delle sete di conoscenza come lo fu Ulisse prima di lui ed altri dopo.
Il rogo che brucia il corpo del poeta, sale con l’ausilio di una gru, portando l’uomo verso l’alto, esattamente come la verità eleva da ogni sudditanza.
“Iudicio procede da savere – Non iudicare se tutto non vedi e non sarai ingannato se ciò credi.”
(Cecco d’Ascoli – L’Acerba)
Cecco d’Ascoli è stato un poeta, astronomo, medico e insegnante, assertore del libero pensiero e per questo morto sul rogo nel 1327 a Firenze.

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FAC SIMILE AUTOGRU'
Cecco d'Ascoli